Il termine automobile deriva dal greco autòs, "da sé", e dal latino mobilis, "mobile", e indica un veicolo capace di movimento autonomo e guidato da una persona a bordo. Ricostruire la sua storia è un'impresa difficile sia perché il termine automobile, come lo intendiamo oggi, è di molto posteriore alla costruzione dei primi autoveicoli, sia perché le invenzioni, i brevetti e le ideazioni che la riguardano sono numerosissimi. Anche quelle che sono state solo lontane intuizioni dell'automobile moderna, per quanto spesso fantasiose o assurde sotto il profilo tecnico, hanno avuto il merito di aver introdotto un principio o una premessa successivamente ripresi e sviluppati dai costruttori di questo mezzo di trasporto.
Se per automobile intendiamo un qualsiasi tipo di veicolo mosso da un sistema diverso dalla trazione animale, tra i suoi profeti possiamo citare il filosofo Ruggero Bacone (1214-1293 ca.), che predisse l'avvento di
«carri senza animali», e Leonardo da Vinci (1452-1519) che, nel Codice Atlantico, disegnò un veicolo a propulsione meccanica che però non fu mai realizzato.
In realtà, il primo veicolo che è possibile considerare antesignano dell'automobile e che era dotato di propulsione autonoma, il Fardier, fu costruito nel 1769 da Nicolas J. Cugnot (1725-1804), ufficiale d'artiglieria francese. Il Fardier era un veicolo semovente a tre ruote, applicate a un telaio di legno, e spinto da un motore a vapore che gli consentiva un'autonomia di 15 minuti circa e una velocità di 5 km/h. Dopo quelli di Cugnot furono fatti numerosi altri tentativi, sempre basati su motori a vapore. Tra questi vanno ricordati nel 1801 la macchina di Richard Trevithick (1771-1833), nella quale apparvero per la prima volta le quattro ruote, e il primo autobus destinato al servizio pubblico, che venne realizzato nel 1821.
Nonostante i successivi e numerosi miglioramenti, il motore continuava a rimanere sempre molto ingombrante, lento e soprattutto dotato di scarsa autonomia. All'inizio, gli sviluppi pi├╣ interessanti si ebbero nelle strutture meccaniche dei veicoli con l'introduzione delle sospensioni a molle, delle ruote semielastiche dotate di guarnizioni di feltro o gomma, del differenziale , del meccanismo di sterzo e grazie all'adozione di un telaio con due ruote posteriori motrici.
Verso la metà del secolo scorso apparvero i primi motori azionati da combustibile liquido. Grazie ai tentativi di due italiani, Eugenio Barsanti (1821-1864) e Felice Matteucci (1808-1887), nel 1850 nasceva un motore a gas che in seguito sarebbe stato alimentato da combustibile liquido (petrolio, benzina) e che viene ritenuto il vero precursore del motore a scoppio . Successivamente, Jean-Joseph-Étienne Lenoir (1822-1900), Alphonse Beau de Rochas (1815-1893) e infine Nikolaus A. Otto (1832-1891) svilupparono tutte le premesse necessarie a realizzare motori a scoppio assolutamente funzionali, segnando il superamento del motore a vapore. Nel 1877 Siegfried Marcus (1831-1899) realizzò a Vienna il primo motore a scoppio a quattro tempi, perfezionato nel 1880 da Gottlieb Daimler (1834-1900), che nel 1886 lo installò su una vettura da lui stesso costruita.
Nonostante alcuni tentativi di introdurre l'uso del motore elettrico , vanificati da limiti come l'eccessivo ingombro delle batterie , la bassa velocità e la scarsa autonomia, verso la fine dell'Ottocento il motore a scoppio si affermò definitivamente e l'automobile - soprattutto per opera di René Panhard ed Émile Levassor in Francia, di Gottlieb Daimler e Karl Benz (1844-1929) in Germania - arrivò alla disposizione ormai classica dei vari gruppi meccanici che la compongono. Nel 1892 l'ingegnere tedesco Rudolf Diesel (1858-1913) progettò il suo motore ad accensione spontanea, mentre nel 1893 Benz, con il modello Viktoria, iniziò la prima produzione in piccola serie dell'automobile.
In Italia la prima automobile a benzina venne costruita a Torino da M. Lanza nel 1895 e l'anno successivo Henry Ford (1863-1947) costruì la sua prima automobile negli USA. Nel 1897 in Germania venne messo a punto il primo motore diesel , mentre nel 1898 il francese Louis Renault (1877-1944) introdusse il cambio di velocità. Da questo momento in poi i progressi dell'automobile sono stati continui e a partire dalla produzione in grande serie, iniziata da Ford nel 1908 e migliorata ulteriormente con l'introduzione della catena di montaggio nel 1913, l'industria automobilistica si è garantita una forte espansione e un mercato praticamente inesauribile.
L'automobile è una macchina estremamente complessa, come dimostra l'enorme varietà di forme e modelli con cui viene realizzata. A seconda dell'uso, l'automobile viene classificata come vettura "da turismo", "a uso promiscuo", "da competizione" o "da record". Per quanto riguarda i primi due tipi, le autovetture assumono nomi diversi a seconda della forma della carrozzeria. Abbiamo quindi la berlina, la limousine, il cabriolet, la spider, il coupé, la giardinetta.
Le parti principali che costituiscono un'automobile sono essenzialmente: il telaio (nelle automobili moderne la carrozzeria è diventata autoportante con l'impiego di una struttura di base, la scocca, che ha la forma di un guscio e che svolge i compiti un tempo affidati al telaio), il motore, gli organi della trasmissione , le sospensioni, le ruote, i freni , l'impianto elettrico, lo sterzo e i comandi. Variano, a seconda dei modelli, le sue proprietà specifiche, come il consumo di combustibile, la ripresa e la velocità massima, la tenuta di strada, la capacità di frenata, l'affidabilità e la comodità nella guida.
L'automobile ormai è entrata prepotentemente nella vita quotidiana e nelle abitudini dell'uomo. Oggi l'industria automobilistica si trova all'avanguardia sia nei processi di meccanizzazione sia in quelli di automazione delle lavorazioni. Contemporaneamente, però, la sua produzione pone da tempo numerosi problemi, soprattutto per quanto riguarda l'impiego del motore a combustione interna, criticato aspramente e con ragione come una delle principali fonti di inquinamento acustico e atmosferico delle aree urbane.
Le ricerche più recenti sono orientate a studiare alternative al motore di tipo tradizionale molto più efficaci nella lotta contro l'inquinamento. A tal fine sono stati realizzati alcuni miglioramenti tecnici come per esempio speciali tubi di scappamento dotati di marmitte catalitiche per neutralizzare i gas di scarico o un tipo di camera di combustione cosiddetta "a vortice", che raggiunge una combustione migliore a minore temperatura. Inoltre si sta cominciando a prendere in considerazione motori di tipo diverso dai classici cicli Otto e Diesel. Da qualche tempo infatti assistiamo a un rinnovato interesse per il motore elettrico, il solo che attualmente possa garantire una totale assenza di inquinamento. Ma le ricerche in questo settore non hanno ancora dato i risultati sperati: le batterie attualmente disponibili sono ancora troppo ingombranti e consentono una scarsa autonomia, con valori molto bassi di velocità e di potenza; inoltre, il numero degli esemplari prodotti è ancora talmente basso che il costo di queste vetture è troppo alto in rapporto alle prestazioni offerte.